Soncino - NON PUBB

Soncino, oltre ad essere immerso in un paesaggio con un elevato valore naturalistico è anche ricco di monumenti frutto della florida storia locale.


VUE DU BOURG DE SONCINO
Le Général Kilmaine, à la tète de l'avant-garde, s'empare de ce bourg pour effectuer le passage de l'Oglio. 24 maye 1796
(Il Generale Kilmaine, alla testa dell'avanguardia, si impadronì di questo borgo per effettuare il passaggio del [ fiume ndr ] Oglio)





All'epoca delle invasioni ungare (IX-X secolo) nel Nord Italia si assiste alla nascita di numerose fortificazioni, fenomeno che ha interessato anche l'allora piccolo nucleo di  Soncino. Piccolo insediamento strategico in quanto sorto su un'altura che dominava la bassura della valle del fiume Oglio.
Il 1118 è una data fondamentale, infatti Soncino viene istituito a "borgo franco" segnando il passaggio dalla zona d'influenza bergamasca a quella cremonese. Questa istituzione comporta una notevole espansione demografica ed economica.  In quegli anni era da poco stata eretta l'altissima Torre Civica, primo nucleo del palazzo municipale.

Il controllo dell'attraversamento del fiume Oglio permette di incamerare notevoli ricchezze. Incominciarono, però, i violenti contrasti con i bresciani che nel 1118 fondarono il borgo franco di Orzinuovi per limitare il potere cremonese nella zona.

Nel XIII secolo, sotto la guida di Buoso da Dovara, avviene la prima importante militarizzazione di Soncino. Viene risistemata la vecchia rocca (attualmente non più esistente) e si costruisce interamente la cinta muraria. L'epoca municipale è uno dei periodi più floridi di Soncino, così come in gran parte dei comuni del Nord Italia. L'aumento della ricchezza consente anche migliorie nell'assetto cittadino come la grandiosa costruzione del sistema idrico-fognario che permette anche il funzionamento dei numerosi mulini.



Con il privilegio del 1311 Soncino viene sottoposto direttamente all'Impero e viene dichiarata "Terra Separata" ovvero senza il controllo di nessuna altra città. Questo è dunque il periodo di maggiore indipendenza. I privilegi concessi erano di natura prettamente economica che intendevano favorire l'espansione commerciale di questo territorio. Nel 1313 lo stesso Enrico VII, con diploma imperiale, investe in feudo Soncino a Giovanni I conte del Forese. Un'infeudazione più sulla carta che reale e, certamente, non impedì l'assoluta indipendenza e libertà della comunità soncinese.

Nel periodo visconteo (1385-1454) Soncino diventa la più importante roccaforte di difesa lungo la linea di confine del fiume Oglio tra il Ducato di Milano e la Serenissima Repubblica di Venezia. Per ben tre volte nel XV secolo la Repubblica di Venezia riuscì ad impadronirsi di Soncino, dando sempre prova di buon governo. Si sviluppa grandemente l'attività imprenditoriale sia con la famiglia degli ebrei che con alcune famiglie local. Ciò permette una diffusione maggiore dei famosi pannilana soncinesi, ormai richiesti su tutti i mercati europei.

Con l'arrivo degli spagnoli (1536) inizia il periodo di decadenza del comune soncinese. L'infeudazione ad opera di Carlo V in favore dei marchesi Stampa limita i numerosi privilegi avuti nei secoli passati da Soncino. Lo stanziamento di numerose truppe militari spagnole contribuisce, inoltre, all'impoverimento del territorio ed alla progressiva e costante perdita di vitalità economica. Tra il XVIII e la prima metà delXIX secolo avviene la completa smilitarizzazione ad opera prima degli austriaci mediante l'abbattimento delle quattro porte medioevali e poi di Napoleone che fece razzia di numerose opere artistiche qui custodite. Questi ultimi avvenimenti determinarono la fine della storia indipendente del borgo soncinese.




La Rocca Sforzesca








Il progetto della Rocca fu elaborato da un gruppo di architetti militari sforzeschi capitanati da Bartolomeo Gadio. Venne scelto un sito strategico all'estremità inferiore della depressione valliva e per la costruzione bastarono solo due anni dal 1473 al 1475. L'originale torre cilindrica di sud-ovest venne ricavata mediante il riutilizzo di un preesistente torrione della cinta muraria. 
L'impianto architettonico non si discosta dagli schemi tradizionali, salvo l'accentuazione dello spessore dei muri per ammortizzare i colpi delle artiglierie, l'eccezionale profondità del fossato, e i progressivi blocchi a compartimento di parti della fortezza fino al mastio,  la torre del capitano dove aveva la residenza il comandante della fortezza che in caso di massiccio attacco aveva anche una via di fuga protette da cunicoli e passaggi segreti.

Con l'infeudazione dei marchesi Stampa (1536), la rocca fu adattata a residenza della famiglia con la chiusura degli spalti per ricavarne stanze e la torre di sud-est cappella privata. II marchese Ermete I vi aggiunse il rivellino (1545), rivolto però non alla campagna, ma verso il borgo, perché i suoi nemici più temuti erano i riluttanti sudditi soncinesi. Un cunicolo collegava la rocca alla chiesa di S. Maria delle Grazie. 

L'ultimo Stampa lasciò al Comune di Soncino l'antica fortezza ridotta a rudere (1876) e l'arch. Luca Beltrami la restaurò secondo la teoria del ripristino architettonico storico(1886-1895). 
Particolarità della Rocca di Soncino è la torre cilindrica posta nella zona a sud della medesima. L'arch.Beltrami ha individuato nella torre la stanza del tesoro al piano terra anche se la leggenda soncinese in realtà parla di un vano tra il piano terra e gli spalti.

Possiamo dividere la torre in sette sezioni:l'osservatorio nella parte più alta della torre, il piano della merlatura appena sottostante,  il piano degli spalti e la stanza del tesoro a seguire, fino ad arrivare al piano terra. Nelle ultime due sezioni i sotterranei: il primo sotterraneo, reale e tutt'oggi accessibile; non certi invece dell'esistenza del secondo sotterraneo. 
Altro fattore significativo è la presenza di due ponti levatoi, uno pedonale e l'altro carraio il cui passaggio per l'interno della rocca , fa raggiungere un cortile al cui centro si trova un pozzo. La loro funzione era determinante, poichè in caso di attacco e conquista, il rivellino poteva essere facilmente isolato con la loro ritrazione.





La Rocca di Soncino ha avuto tra i suoi ospiti illustri l'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, il Re Enrico III di Polonia e la monaca di Monza, nonchè aleggia anche la legenda con alcuni fondamenti reali anche Napoleone.

E' stata inoltre set cinematografico per alcuni film tra i quali ricordiamo Ladyhawke e Il mestiere delle armi.







Pieve di Santa Maria Assunta








E' la chiesa più importante del borgo, fondata nel XII secolo, risulta essere la più antica Pieve di tutta la diocesi di Cremona. Venne più volte rimaneggiata, l'ultima volta nel XIX secolo quando le venne data l'impostazione attuale. Al suo interno sono rilevanti un affresco raffigurante la trinità ed un dipinto di Mathias Stomer, considerato il Caravaggio Fiammingo, inoltre degne di nota sono anche due statue lignee raffiguranti David e Salomone.



Nel 1100 la Pieve ed il popolo soncinese vennero scomunicati da Papa Pasquale I poiché durante una messa Gaspare Tussardo salì sull'altare ed uccise pugnalandolo l'allora arciprete De Simondi. La scomunica venne revocata dopo quasi un secolo grazie all'intermediazione con il papato perpetrata da nobili soncinesi.













Casa degli Stampatori
Secondo la tradizione era la casa della famiglia di ebrei che a Soncino stamparono nel 1488 la prima bibbia ebraica completa al mondo, ad opera di Ghershom Nathan Soncino e poi presero il nome dal borgo di Soncino. Attualmente è sede del Museo della Stampa.
L'attuale museo vuole rappresentare la storia della stampa soprattutto incentrandosi sugli albori e sulla sua evoluzione. Trova ispirazione dalla famiglia Soncino, stampatori ebraici che diffusero nel mondo la stampa.